Maria, coordinatrice polo9 presso la Casa di Riposo di Morro d’Alba, ci racconta come è cambiato il lavoro all’interno delle strutture per anziani.
Routine è la prima parola che sentiamo da Maria, coordinatrice polo9 presso la Casa di Riposo di Morro d’Alba: “Il lavoro di per sé, non è cambiato: le attenzioni igienico sanitario qui si adottano sempre. Ora ci sono delle accortezze in più come la mascherina a cui non ricorrevamo abitualmente. In alcune situazioni ci premuriamo di indossare camici, calzari, cuffie, occhiali e mascherina. La sensazione che avverto è che i nostri anziani non sono spaventati. Si fidano. Si fidano di noi e questa è insieme una grandissima e al tempo stesso bellissima, responsabilità. Le attività che svolgiamo rispettano la routine di sempre. E’ molto importante garantire agli anziani il rispetto dei ritmi. I familiari non possono più venire a far visita e abbiamo intensificato le telefonate: possono chiamare ad orari prestabiliti. Gli ospiti che possono telefonare lo fanno tranquillamente. Per quelli che non riescono, è il personale che se ne occupa rispondendo per loro e informando sullo stato di salute e tutto il resto”.
Chi opera come Maria in realtà e strutture così fragili e delicate in questo momento, è esposto a rischi e sfide continue: “Nessuno di noi poteva immaginare di trovarsi a gestire una situazione del genere che mette in campo così tante emozioni. Tra gli operatori c’è ansia e paura ma anche coraggio e amore per le persone di cui ci prendiamo cura. Quando torniamo a casa la domanda è sempre la stessa: sei stata attenta? hai usato le precauzioni? C’è molta ansia e preoccupazione e quel “andrà tutto bene” a volte vacilla ma è la nostra speranza più forte”.
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