PARI opportunità. ZERO violenza. Dal 25 novembre all’8 marzo: percorsi di contrasto alla violenza contro le donne.
Oltre 100 i femminicidi in Italia solo nel 2023. Tante, troppe le donne assassinate dall’inizio dell’anno. I loro nomi, troppi. Le loro storie, tante. Le loro città, ovunque. Diciamo BASTA!
Il 25 novembre si celebra la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
Si rincorrono i dati, i numeri: quante vittime quest’anno? Quante donne ci sono nei CAV (Centri Antiviolenza) e nelle Case Rifugio? E mentre contiamo e commentiamo per non dimenticarne nessuna, inseguendo l’illusione di essere loro vicini con discorsi, manifestazioni, fiaccolate… dovremmo fermarci un attimo e porci una domanda: “Perché nel 2023 siamo ancora in questa situazione?”
Quando ci poniamo questa domanda, dovremmo essere capaci di cercare la risposta nel sottile disprezzo verso il genere femminile in quanto tale, proviamo a pensare insieme: per definire un uomo da niente lo si chiama “femminuccia”, oppure qualcuno racconta una barzelletta o pronuncia una battuta in cui il senso è che una donna alla fin fine è quasi felice di essere stuprata e giù a ridere, e ancora se una donna è in gamba si dice “che ha le palle” cioè non è in gamba come donna ma perché assomiglia ad un uomo e se una donna ricopre un ruolo importante va comunque declinato al maschile perché il femminile stona, svilisce, disorienta, non piace… allora si presenta l’Assessore, il Presidente, il Sindaco, l’Amministratore delegato, ecc… anche se sono donne. E se qualcuno lo fa notare è ossessionata, è esagerata. E se una donna lavora e vuole fare carriera deve rinunciare a qualcosa: o la carriera o la famiglia. Non puoi avere tutto. Mentre ad un uomo non viene mai chiesto di scegliere. Ad un uomo che lavora, nessuno si sognerebbe mai di chiedere “E i tuoi figli? Non ci pensi a loro?”.
E tutto questo è la “normalità”. È alla normalità che dobbiamo guardare per capire il fenomeno della violenza sulle donne: quante donne lasciano il lavoro ogni anno? Per quali motivi? Quante ogni anno sono obbligate a chiedere il part time? Quante donne ricoprono ruoli di prestigio? Quante donne svolgono gratuitamente lavori di cura ed assistenza che contribuiscono al “welfare” collettivo che se lo Stato dovesse pagare dichiarerebbe fallimento? Quante donne sopportano, in nome della famiglia e dei figli, situazioni insopportabili?
E tutto questo, solo in quanto donne. Solo analizzando la normalità potremmo capire e contrastare la violenza contro le donne.
A Polo9 ci occupiamo di donne e violenza da più di vent’anni. Ci occupiamo delle vittime ma anche di uomini maltrattanti perché il problema delle violenza non riguarda solo le donne. Partecipare agli eventi istituzionali in occasione del 25 novembre, non ci basta più. Quest’anno abbiamo costruito un percorso, dal 25 novembre all’8 marzo, dal titolo “PARI opportunità, ZERO violenza” che include una serie di iniziative mirate in particolare agli uomini: realizzeremo una serie di incontri e laboratori sui temi della violenza, la gestione delle emozioni, il consenso, gli stereotipi maschili e femminili e lo faremo insieme ad associazioni sportive e giovanili, perché il cambiamento passa da qui, dalla quotidianità.
BASTA VIOLENZA SULLE DONNE.
Ascolta i podcast Polo9 che raccontano storie di donne che abbiamo aiutato e accolto!
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