Stefano Trovato, presidente polo9 tra gli ospiti che sono intervenuti alla prima puntata di LiveNius, nuovo talk show in diretta facebook tutti i giovedì sulla pagina dell’associazione culturale Le Nius. Tra gli altri interveni anche Gianmario Gazzi, presidente del CNOAS – Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali, Caterina Cortese del fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora) e Elisa Maurizi, del Centro Antiviolenza La Nara.
Ieri è andata in onda la prima puntata del nuovo talk show in diretta facebook “Live Nius” a cura dell’associazione culturale Le Nius sul tema “fragilità”.
La pandemia da virus svela la fragilità delle società complesse su tanti aspetti dall’economia al lavoro e della stessa vita quotidiana. Sono fragili le nostre vite, di fronte alle nuove pandemie che dilagano. Sono fragili le relazioni sociali che riguardano anche i nuclei familiari. Sono fragili gli stessi sistemi sociali e di governo. E sono fragili i sistemi economici. “Questa situazione mette in mostra cosa significa non avere un capitale sociale che ti possa sorreggere – sottolinea Giammario Gazzi presidente del CNOAS – Consiglio Nazionale Ordine Assistenti Sociali – Ci troviamo ad assistere persone che prima non si erano mai rivolte ai servizi sociali ma che vivevano una condizione grigia di precarietà per cui ora, dopo un mese di chiusura e quarantena, necessitano di aiuto”. Secondo Stefano Trovato, presidente di polo9 impresa sociale e consigliere nazionale del CNCA Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza “La fragilità aumenta per chi è fuori da un sistema, che sia un sistema di cura o di accoglienza. Il tema tra “chi è dentro e chi è fuori” è un tema centrale. All’interno delle strutture polo9 stiamo rilevando una grande solidarietà reciproca tra utenti e operatori e un forte senso di responsabilità. La maggior criticità che abbiamo dovuto affrontare “per chi è dentro” è stata l’accesso ai dispositivi di sicurezza per tutti i nostri servizi: mascherine, guanti, igienizzanti che è stato l’elemento che ha più condizionato ogni relazione e successivamente il fatto che la nostra caratteristica di strutture e comunità aperte all’esterno ed oggi chiuse e isolate per fra fronte all’emergenza, ha messo in difficoltà tutti quei percorsi di autonomia e re-inserimento sociale che sono la nostra forza. Per “chi è fuori” invece in questo momento di crisi non c’è accesso a nessun sistema di assistenza, che sia migrante o persona con dipendenze o in evidente stato di disagio sociale”.
Elisa Maurizi, del Centro Antiviolenza La Nara, racconta della fragilità vissuta dalle donne vittime di violenza: “Le nostre donne con cui purtroppo abbiamo dovuto interrompere incontri e colloqui, stanno mostrando una grandissima forza e capacità di resilienza per se stesse i loro figli. Queste donne stanno vivendo una situazione di vulnerabilità dentro la vulnerabilità data da pandemia e violenza”.
L’opinione di Stefano Trovato è che “Non siamo ancora nella fase in cui stiamo aprendo una riflessione su ciò che eravamo prima e su cosa sarà il terzo settore dopo il coronavirus“. Quindi come ripartire al termine dell’emergenza? “Dovrà essere un welfare basato sui diritti – spiega Caterina Cortese del fio.PSD (Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora). “Diritti civili, diritto alla salute, diritto alla casa. Chi stava male, sta peggio e chi si trova fuori è ancora più ai margini. Va garantito l’accesso a opportunità e diritti”.
Il coronavirus passerà, come tutte le crisi con il suo carico di vittime e di dolore. E’ indispensabile, però, che non passi la lezione che dovremmo aver imparato. La crisi è anche opportunità e occorre fermarsi a riflettere sui valori e sui significati d’una vera e propria svolta all’interno del nostro welfare e del sociale.
“Power is nothing without control” era uno slogan di successo di uno spot anni Novanta. Segnava il passaggio dall’hard al soft power che ci portava nei Duemila. Poneva l’accentto sulla potenza (velocità, tecnologie, successo, performance da primato) ma soprattutto sul controllo come equilibrio e responsabilità. Oggi quello slogan è più che mai attuale e sintetizza un mondo in crisi che, scoperta la propria fragilità, deve creare condizioni di sviluppo migliori, più equilibrate e sostenibili.
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