Le disposizioni anti Covid 19 hanno ribaltato completamente anche il settore dell’accoglienza. Simone Gasparri, coordinatore Siproimi Jesi e coordinatore del comitato regionale #ioaccolgo Marche, racconta l’emergenza e le criticità legate al coronavirus vissute nei servizi per migranti.
Sono giorni difficili per chi in questo momento di occupa di accoglienza ma la sinergia fra gli enti e le cooperative coinvolte nella gestione dei servizi per migranti continua ad essere una forza e una risorsa come testimonia giorno per giorno il lavoro dei colleghi polo9 impegnati insieme a Vivere Verde, COOS Marche e Anolf Marche nella co-gestione del servizio Siproimi Ancona, soprattutto nella ricerca di nuove modalità per essere #vicininelladistanza.
Simone, cosa è cambiato nel servizio di accoglienza migranti dal punto di vista amministrativo?
Sono state bloccate tutte le pratiche: dai certificati di residenza al rilascio delle carte d’identità, dai titoli di viaggio fino ai passaporti. Per la questura e gli uffici preposti è stata prevista la chiusura fino al 3 aprile. E già immaginiamo delle proroghe. Molte ambasciate sono chiuse e anche i tribunali hanno rimandato le udienze, così come le audizioni c/o la Commissione Territoriale.
Il Ministero dell’interno ha pertanto emanato una circolare in virtù della quale i permessi di soggiorno in scadenza tra il 31/01/2020 e il 15/04/2020 conserveranno la loro validità fino al 15/06/2020 dando la possibilità ai titolari di poter effettuare la domanda di rinnovo dopo tale data.
Di sicuro saranno da rivedere le modalità di appuntamento presso gli uffici immigrazione, intasati di richieste.
Il Ministero ha anche bloccato gli allontanamenti autorizzati (all’interno del siproimi, infatti, un ospite poteva spostarsi per cercare lavoro o altre necessità. Bloccati anche nuovi ingressi ad eccezione di segnalazioni dal territorio.
Per quanto riguarda le attività formative e gli inserimenti lavorativi?
Sono stati sospesi tutti i tirocini formativi e quelli di inclusione sociale. Anche molti beneficiari che avevano un contratto di lavoro subordinato hanno visto sospendere o terminare la propria attività per i provvedimenti di chiusura previsti per le aziende ospitanti. Abbiamo sospeso la scuola di Italiano ma ci stiamo attrezzando per fare lezione on line e nel frattempo abbiamo distribuito esercizi e altro materiale didattico tramite whatsapp. Lo smartphone rimane lo strumento più accessibile, di cui tutti – o quasi – dispongono.
GUARDA IL VIDEO REALIZZATO DA UTENTI E OPERATORI
Nei nostri uffici il personale è presente a turni, nel rispetto delle norme anti-coronavirus.
Per gli accompagnamenti sanitari, oltre a rimandare le cose meno impellenti, ci stiamo attrezzando con taxi sanitari e d’accordo con i medici di base, ci facciamo rilasciare impegnative on-line mentre l’Asur Marche Area Vasta 2 ha disposto il rinnovo delle tessere sanitarie per via telematica.
E le attività quotidiane?
Le visite di noi operatori in appartamento sono limitate, nei tempi e nella frequenza. Abbiamo predisposto un protocollo interno per prevenire il contagio, aumentata la frequenza delle pulizie e la disinfestazione dei locali.
L’informazione è il nostro principale strumento di prevenzione e fin da subito ci siamo attivati per comunicare ai nostri utenti tutte le informazioni relative al Covid-19. Abbiamo indicato le norme e le prescrizioni da adottare con traduzioni multilingue e materiale informativo audio, video e cartaceo.
Qual è la percezione da parte degli ospiti stranieri? E la vostra come operatori?
Inizialmente è stata esattamente la stessa di noi italiani: scarsa consapevolezza della gravità del problema.
Ma, inevitabilmente, con l’inasprimento delle norme da parte del governo, la consapevolezza è arrivata, e con essa la paura. C’è preoccupazione come per tutti. A tal proposito, anche per ovviare alla momentanea sospensione dei colloqui psicologici, stiamo valutando le alternative da adottare. Avvertiamo la necessità di fornire nuove forme di supporto, pensare ad attività che possano riempire il tempo in maniera costruttiva e cercare così di limitare l’inevitabile malessere dovuto alla paura, alla “convivenza forzata” h24.
Come operatori e il servizio tutto, ci stiamo attrezzando per aprirci all’innovazione digitale molto più di quanto facevamo prima e sicuramente questo sarà di grosso aiuto anche quando questa emergenza sarà terminata.
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