Con profondo dolore apprendiamo della scomparsa di Eraldo Giangiacomi, storico socio di Polo9 e figura centrale nel panorama della cooperazione sociale marchigiana e nazionale. La sua perdita lascia un vuoto enorme in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di camminare al suo fianco nel lungo percorso della solidarietà e dell’impegno civile.
Eraldo è stato molto più di un cooperatore: è stato un pioniere del cambiamento, un leader autentico, capace di unire visione e umanità. Tra i suoi meriti più significativi ricordiamo l’avvio del progetto Gradara, luogo simbolo di accoglienza, ascolto e recupero per persone con dipendenze patologiche. Con grande lungimiranza, ha inoltre contribuito alla creazione dei tavoli regionali per le comunità che si occupano di tossicodipendenze in Italia, offrendo un punto di riferimento stabile per il dialogo, la condivisione e l’innovazione sociale in un ambito tanto delicato quanto cruciale. È stato un punto di riferimento al fianco di don Mario Picchi e degli ideatori delle prime comunità, contribuendo con passione e intelligenza alla nascita di percorsi di cura e inclusione che hanno rivoluzionato il modo di intendere la marginalità.
In qualità di Responsabile Territoriale del Servizio Civile di Confcooperative Federsolidarietà Marche, Eraldo ha dedicato ogni giorno della sua vita alla promozione del bene comune, creando opportunità di crescita, formazione e consapevolezza per tantissimi giovani. Il suo approccio umano e generoso ha fatto del Servizio Civile un’esperienza autenticamente trasformativa per centinaia di ragazze e ragazzi.
La sua capacità di ascolto e la sua visione inclusiva hanno reso Eraldo una guida sicura, una presenza discreta ma fondamentale per lo sviluppo del tessuto sociale e cooperativo delle Marche e oltre.
Polo9 si unisce al cordoglio della famiglia, degli amici e di tutta la rete cooperativa marchigiana. La memoria di Eraldo continuerà a vivere nelle persone che ha accompagnato, nei progetti che ha generato, nei valori che ha saputo incarnare.
Grazie, Eraldo, per averci insegnato che costruire comunità significa dare dignità a ogni persona.
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